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  Finisterre e' in vendita, per informazioni contattare l'Armatore, Tarcisio Todesco +39 339 8610279
   
   
   
   
   
   
 

Finisterre

CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Cantiere: Seth Persson
Costruzione: 1954
Matriale: Legno
Disegno S&S: 1054
Lunghezza f.t.:
11.73 m
Lunghezza al gall.:
8.38 m
Larghezza:
3.50 m
Immersione:
1.18 m
Dislocamento:
10126 kg
Zavorra:
Superficie Velica: 66.24 mq
Randa:  
Genoa (150%):  
Spinnaker:  
Motore: Medalist Univ. 5432, 32 CV
Finisterre
 
Finisterre   Finisterre   Finisterre   Finisterre   Finisterre
                 
Finisterre                
                 

Nel 1952 un noto sportsman americano, il giornalista/scrittore Carleton Mitchell, commissionò a Philip Rhodes (1895 - † 1974) il progetto di un ketch di 58', armamento classico e prua a clipper. I preventivi per la costruzione della barca si dimostrarono però eccedere le aspettative del committente: Fu allora che intervenne Henry Nevins, titolare del cantiere di City Island, che suggerì a Mitchell di acquistare una barca di seconda mano, anch'essa disegnata da Rhodes: Alondra (disegno n° 410, 1936, lft m 17.52, l. gall. m 12.97, baglio m 4.41, pescaggio m 1.89). Mitch decise di cambiare il nome della barca in Caribbee. Il veliero si dimostrò, però, ben al di sotto delle aspettative velocistiche e di performance del grande navigatore, il quale, conscio della fama che ricopriva Rod Stephens (1912 - †1995) per la messa a punto di barche da regata, si rivolse a lui perchè intervenisse sulla barca. Rod (una figura molto simile a quella di John Illingworth (1903 – † 1980) per le capacità pratiche più che teoriche) intervenne in maniera drastica sul piano velico, aggiunse, come primo lavoro sulle strutture, gli strapping (due lunghe fasce in bronzo per ciascuna murata che, all'interno del fasciame, partendo dalle lande andavano ad ancorarsi alla chiglia, scaricando così le potenti sollecitazioni dell'alberatura sulla trave portante dello scafo), e secondariamente disegnando un diverso triangolo di prua e aggiungendo due rotaie per il fiocco. A seguito di questi interventi Caribbee divenne una barca imbattibile nella sua classe, velocissima in particolare nelle andature di bolina. Mitch partecipò con successo al circuito del S.O.R.C. (Southern Ocean Racing Conference) sia nel 1952 che nel 1953. Fece la traversata del Nord Atlantico nel 1952 per portare la barca a regatare alla settimana di Cowes, dove, su quattro partenze, si aggiudicò ben tre vittorie. Fu proprio durante questa trasferta che, studiando le carte nautiche, a Mitch continuava a "cascare l'occhio" su un piccolo promontorio situato nella costa Nord Ovest della penisola Iberica: Cabo de Finisterre. Il nome, che letteralmente significa Fine del Mondo, stuzzicava l'appetito del marinaio, che iniziava già a sognare la sua futura barca e il nome che le avrebbe dato. Piccola, maneggevole e soprattutto velocissima e imbattibile in regata. Tanto si era convinto di come sarebbe stata eccezionale che pubblicò più di un articolo su "Yachting" raccontandola, e raccontando anche quali risultati avrebbe con essa raggiunto, esponendosi così ad aspre critiche in caso di insuccesso!

Mitch si sentiva però sicuro e forte delle proprie affermazioni, e iniziò a lavorare alle specifiche da trasmettere al progettista, la cui scelta pareva ormai obbligata. Dato il risultato ottenuto con Caribbee, decise, avendone anche discusso a lungo con l'amico Philip Rhodes, che la Sparkman & Stephens avrebbe disegnato Finisterre, un piccolo, eccezionale, yawl a deriva mobile.

Fu deciso di affidare la costruzione a Seth Persson, un maestro d'ascia di Saybrooke, nel Connecticut, che su precise istruzioni dei committenti dapprima costruì una maquette a grandezza naturale della barca, così da poterla giudicare in tutti gli aspetti logistici con maggiore facilità.

Venne infine allestito lo scafo vero e proprio, a doppio corso di fasciame in mogano e cedro, chiglia rinforzata con putrelle in bronzo, al fine di creare una struttura il più rigida possibile, e allestimenti interni lussuosi, e quindi pesanti, che comprendevano addirittura il primo frigorifero elettrico montato su una barca da diporto. "Dollaro per piede", come amano dire gli americani, Finisterre fu una barca che venne a costare a Mitchell esattamente il doppio di quello che si pagava all'epoca per una barca a vela.

Il varo nell'inverno 1954 non consentì a Mitch di iscrivere la sua creatura alla Bermuda Race di quell'anno (si tratta di una regata con cadenza biennale che si tiene all'inizio di ogni estate), con le sue 635 miglia da Newport all'Onion Patch, attraverso la corrente del Golfo, la più dura regata americana. Portò allora Finisterre a sud, e la iscrisse al circuito del S.O.R.C., portando il veliero quasi sempre primo alla linea di arrivo. La campagna di regate dal 1954 al 1956 diede la possibilità a Mitch di preparare la barca in modo ineccepibile. L'equipaggio venne rodato, tutti i particolari tecnici messi a dura prova; le vele, fatte fare in dacron e nylon, materiali avveniristici, messe perfettamente a punto, l'elettronica di bordo (una novità assoluta) calibrata perfettamente. Si può certamente affermare che quando nel 1956 Finisterre si presentò finalmente alla linea di partenza della Bermuda Race, era la barca più preparata e collaudata che mai avesse preso parte a quella regata.

In un primo momento la forma certamente non aggraziata (il baglio massimo di Finisterre è portato molto in avanti) ne fece oggetto di derisione da parte degli equipaggi di barche più blasonate, quali Bolero e America, ma solo per poco tempo. Quando all'arrivo scoprirono con amarezza che erano stati battuti, in tempo reale e compensato, fu Mitchell con il suo equipaggio a ridere, di gioia. Finisterre prese parte anche alle successive due Bermuda, quella del 1958 e del 1960, e le vinse entrambe. Questa regata, vinta tre volte consecutivamente da una stessa barca per tre volte di seguito è un record che non è ancora stato eguagliato.

Una delle principali caratteristiche di Finisterre è la sua straordinaria stabilità di rotta. Racconta Stanley Rosenfeld, il fotografo, che mai prima gli era capitato, con la sua lancia a motore, Foto, di potersi avvicinarsi tanto facilmente senza dover in continuazione timonare per mantenere una distanza uguale, ad una barca a vela.

Come è facile da immaginare una barca che ottenne tali risultati, fu all'origine di diverse repliche e derivati. Addirittura nacque una classe monotipo, anch'essa di disegno S&S, denominata Yawl tipo A (e non Tipo Finisterre, come erroneamente chiamata talvolta), che differiva in pochi particolari dalla famosa progenitrice.

Finisterre fece purtroppo la fine di tante barche in legno, e con l'avvento delle moderne tecnologie e materiali fu ben presto dimenticata.

Giaceva su un piazzale di un cantiere nell'assolata Florida, e ben si può immaginare i danni che il sole di quelle latitudini provocò, quando, nel 1997, un simpatico e appassionato signore veneto, che da anni cercava di avere notizie di Finisterre, vide un annuncio su una rivista, che la proponeva in vendita ad una cifra poco più che di affezione. Senza neppure andare a vederla, dopo una breve trattativa telefonica, perfezionò l'acquisto e la fece trasportare in Italia, dove, facendosi carico di sacrifici enormi, iniziò il lento e oneroso lavoro di restauro, aiutato molto anche dallo stesso Carleton Mitchell, che fornì materiale fotografico e informazioni al fine di riportare la barca alla sua forma d'origine.

Oggi Finisterre, in condizioni eccellenti, naviga in Adriatico, portata da un armatore che la ama e la cura come se fosse una figlia, ritrovata dopo molti anni.

 
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