Il primo armatore di Kajar fu il principe Abolghassen Amini,
uno degli ultimi discendenti della dinastia dei Kajar, che regnarono
in Persia prima delle ultime due reggenze degli Shah. Quando il
principe vide il Kerkira II di Marina Spaccarelli Bulgari, timonato
dal comandante Straulino, piazzarsi al secondo posto al campionato
del mediterraneo, tenutosi a Marsilia, contattò immediatamente
Olin Stephens e gli chiese una co-sorella in grado di competere
vittoriosamente.
La barca fu costruita nello stesso anno dal cantiere Gallinari
ad Anzio sotto la direzione di Rod Stephens che seguì direttamente
tutte le fasi della costruzione. La barca fu progettata secondo
gli schemi tradizionali, ma sfruttando le innovazioni tecnologiche
che offrivano allora i moderni materiali.
Lo scafo è costituito da corsi di fasciame di mogano rosso
di 28mm incollati di testa e ribattuti con rivetti di rame su
ordinate di rovere piegate a vapore. Un robusto corrente longitudinale
unisce tutte le ordinate. I madieri sono in acciaio inox AISI
316, fissati allo scafo con perni passanti sempre di acciao inox
AISI 316.
La coperta è in teak da 22mm, incollata sopra una base
di compensato marino di mogano, sorretta da eleganti bagli in
lamellare, anch'essi di mogano. Una robusta chiglia di rovere
sorregge una pinna realizzata con fusione di piombo. Gli interni
sono tutti di mogano. In definitiva si ottenne una struttura leggera
ma estremamente resistente ed elastica. Kajar è un piccolo
veliero, assai elegante, disegnato con un orientamento già
indirizzato verso regole di stazza IOR, in cui si coglie la positiva
influenza del RORC (Royal Ocean Racing Club). Infatti ha slanci
pronunciati, bordo libero assai basso e cavallino poco accentuato,
ma elegante nella sua linea gentile.
Le sezioni dello scafo arrotondate, che mostrano già una
leggera campanatura verso il trincarino, pinna a squalo, timone
separato con uno skeg importante. L'armamento è a sloop
in testa d'albero, un piano velico caratteristico per quell'epoca
in cui si accentuava la superficie del genoa (160%) su quella
della randa, con una superficie velica complessiva di 55mq.
Le doti marine di questa barca sono ancora oggi eccezionali soprattutto
nelle andature di bolina nelle quali è estremamente docile
al timone e non "sbatte" sull'onda neanche con mare
formato. Il baglio massimo generoso di 3.20m ha dato la possibilità
di disegnare una sistemazione degli interni decisamente logica
e funzionale.
Entrando sottocoperta dal voluminoso tambuccio centrale, sulla
dritta si trova la cucina, ben equipaggiata con fornello, lavello
in acciao inox e ghiacciaia. Sulla sinistra si trova la cuccetta
del navigatore, che si estende sotto la panca del pozzetto e la
cui testata funge da sedile per chi lavora al tavolo di carteggio,
esattamente alla sinistra della scaletta di ingresso.
Una bassa paratia divide la zona cucina e carteggio dalla quadrato,
spazioso, con due ampi divani , uno per ogni murata, con tavolo
centrale. A proravia della dinette si trova una paratia che la
separa dal bagno e dalla zona armadi. Un'altra paratia e poi la
cabina di prua con due letti sormontati da un ampio tambuccio.
Il motore è posizionato al centro barca, sotto il tavolo
della dinette, scelta dettata dallo spirito regatante dei progettisti.
Tale soluzione, oltre ad avere il chiaro vantaggio di posizionare
un peso non trascurabile al centro ed in basso, con conseguenze
positive sulla stabilità della barca, offre un totale accesso
sui quattro lati del motore, con evidente facilità di manutenzione
e riparazione. Nel 1981 Kajar fu acquistata dal Circolo Velico
3V ed affidata ad un amatore appassionato che da sempre l'ha conservata
in perfetta efficienza.
Da allora Kajar ha navigato per tutti i mari del Mediterraneo,
anche in condizioni meteorologiche difficili, toccando le coste
della Grecia, Turchia, Tunisia, Spagna e Francia, dimostrando
di essere, oltre un ottimo veliero da regata anche una comoda
e sicura barca da crociera.
La continua manutenzione, attenta a conservare l'originalità
della barca, ha evitato di dover intervenire con opere di restauro
sullo scafo e sulla coperta, ancora quella originale. Gli unici
interventi subiti negli anni sono relativi alla manutenzione e
sostituzione delle parti meccaniche: nel 1992 fu sostituito il
motore originale Faryman 25 CV e la relativa trasmissione con
un moderno Volvo Penta 28 CV e nel 1995 fu sostituito l'albero
ed il relativo armamento con un moderno e più leggero profilo
SparCraft. Stazzata AIVE, negli anni Kajar ha preso parete ai
raduni di barche d'epoca piazzandosi sempre nelle prime posizioni.
Kajar dopo 31 anni di vita conserva lo splendore originale ed
è un esempio di come un veliero di legno può navigare
nel tempo senza mai invecchiare.
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